Buongiorno,
come ogni anno iniziano le vacanze ed incomincia anche la battaglia quotidiana per fare i compiti.
Nostro figlio Lorenzo, che l’anno prossimo va in terza media, non ne vuole proprio sapere di fare i compiti, e l’anno scorso siamo arrivati alla fine dell’estate prima di riuscire ad iniziare.
Ora le vacanze sono appena iniziate e non me la sento di obbligarlo (o perlomeno provarci!) a mettersi sui libri, immagino sia stanco e che si meriti un po’ di svago. Però poi so già che andrà a finire come gli anni scorsi, si abituerà a non fare niente e poi sarà impossibile convincerlo ad iniziare a fare i compiti.
Quando dovrei incominciare a fargli fare i compiti? Come gestire al meglio il tempo libero e l’obbligo dei compiti? Grazie mille, un suo gentile consiglio mi sarebbe molto di aiuto.
E.B.
>Gentile E.B.,
dal mio punto di vista i compiti delle vacanze sono un fardello inutile. Se gli studi durante l’anno sono andati bene, quel che è stato imparato non si cancella, e un periodo di riposo, che permette di lasciare andare la mente liberamente è più favorevole per il consolidamento di quel che è acquisito e predispone a rilanciare positivamente il desiderio, o la buona disposizione per la ripresa degli studi. L’idea dei compiti delle vacanze è legata alla concezione di un mantenimento dell’esercizio, ma un esercizio continuativo logora, annoia, e disamora. Se chiede il mio parere, lascerei che suo figlio si goda la vacanze per tornare con spirito ritemprato in autunno agli studi.
Cordialità,
dott. Marco Focchi
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