ho comprato il suo testo "l'inconscio in classe. Il piacere di capire e quel che lo guasta", l'ho trovato estremamente interessante. Le scrivo perché lavoro nella scuola come Assistente Educativo Culturale (AEC) una funzione che affianca il bambino che si presenta con problemi. Ad oggi mi trovo a lavorare con un bambino che arriva in prima elementare con una diagnosi di Disturbo misto dello sviluppo, disturbo oppositivo provocatorio, e per finire disturbo nell'espressione del linguaggio. diciamo non manca nulla!!!!! il problema che vivo con questo bambino è la sua aggressività che si manifesta in autolesionismo (batte la testa, si graffia, si picchia) allo stesso modo riesce a manifestarla con l'adulto di riferimento per cui assisto, ed è successo anche a me di essere insultata, picchiata graffiata e morsa. Le assicuro che ne sono uscita devastata perché è terribile vedere un bambino così piccolo in grado di provocare e provocarsi tanta rabbia e aggressività. Mi chiedo come posso aiutarlo, al momento ho chiesto alla famiglia che possa essere seguito da uno specialista che aiuti il bambino e la famiglia a gestire quanto accade. Da parte mia vorrei che non si arrivasse a produrre queste crisi nel bambino, ma mi rendo conto che basta molto poco, per esempio che non si faccia quello che vuole lui, è assolutamente padrone della relazione, di gestirla così come egli crede, altrimenti entra in crisi ed è molto difficile farlo rientrare. Alla scuola e la famiglia ho proposto un progetto, una rete in cui tutti gli interlocutori interessati possano lavorare tenendo conto dei problemi del bambino, a partire dall'individuare uno specialista che si prenda carico della sofferenza di questo bambino, e che sia in grado di indirizzare e indirizzarci sul lavoro da portare avanti. La ringrazio anticipatamente.
Cordiali saluti,
S.N.
>Cara S.N.,
più che la diagnosi di cui riferisce, fa testo la sua descrizione della situazione del bambino, che è decisamente seria. Sulle diagnosi psicologiche per parte mia metto sempre una tara, perché le problematiche psicologiche si prestano a letture diverse secondo l’angolo da cui le si interroga, e anche secondo la persona o lo specialista che le interroga. Ci si potrebbe domandare a cosa risponde un’aggressività come quella che ci illustra nella sua bella lettera. Quel che si vede chiaramente nel contesto della scuola è che quanto più si allentano i vincoli dell’autorità legale, tanto più viene allo scoperto una nuda violenza, che esprime l’incapacità, la difficoltà, o la preclusione alla possibilità di entrare nel gioco delle relazioni per via simbolica. Lei fa un’osservazione interessante: che le esplosioni pantoclastiche del bambino sono funzionali a padroneggiare la relazione. Un bambino che ha questo estremo bisogno di controllare la relazione commenta evidentemente un’angoscia molto forte che non ha modo di incanalarsi per vie simboliche, e che può solo trasformarsi in aggressività. Questo bambino ha evidentemente bisogno di essere seguito da uno specialista, e bisognerebbe considerare anche una supervisione o un sostegno per la famiglia, di cui lei non parla nella sua lettera, ma che in questi casi è importante considerare, per capire in quale logica si inseriscono i comportamenti descritti.
Un saluto cordiale
Dott. Marco Focchi
Invia la tua domanda, la risposta verrà pubblicata in questo blog, in Spazio genitori oppure in Spazio insegnanti.
Servizio gratuito
Se il pulsante non funziona, invia la tua domanda a domande@problemiascuola.it
Nessun commento:
Posta un commento