M.C.
>Gentile signora,
il problema che lei pone è fondamentale, e non è circoscritto alla scuola. Come tutte le altre istituzioni, nel mondo occidentale, la scuola ha perso autorità. È stato un processo progressivo, ma di cui sentiamo particolarmente gli effetti ora. La conflittualità tra istituzione scolastica e famiglie è cresciuta in proporzione con la perdita di forza sociale da parte della scuola, e questo espone alle situazioni che lei descrive: minacce da parte delle famiglie di rivolgersi a un avvocato per una reazione iperprotettiva dei figli, appello a un autorità diversa da quella scolastica per far valere e imporre le proprie ragioni. La categoria degli insegnanti è particolarmente esposta, perché si trova in prima linea nell’assumersi compiti educativi, oltre che di trasmissione del sapere, compiti a cui spesso le famiglie non sono state in grado di far fronte, perché anche le famiglie sono in difficoltà. Questo porta a conflitti e al reciproco rimprovero tra famiglie e scuola per quel che riguarda tutti i problemi e gli ostacoli che possono sorgere. L’effetto burnout degli insegnanti è la logica conseguenza di una situazione tesa e complessa da gestire con i mezzi a cui eravamo abituati fin ora. Per un verso non è possibile, e neppure auspicabile, ritornare alle situazioni disciplinari superate nei fatti. Per altro verso occorre trovare nuove modalità di gestione sociale (e la gestione sociale comincia nelle famiglie e prosegue nelle classi) per affrontare quello che non è più solo un problema di disciplina ma, direi, più ampiamente di legame sociale. Quali sono le nuove modalità di produrre legame sociale una volta usciti dall’epoca disciplinare? La scuola è il grande laboratorio per questo esperimento. Ciò espone gli insegnanti su un terreno che deve essere ancora dissodato. Gli effetti sono quelli dello stress che lei descrive, ma anche un orizzonte di possibilità creative fino ad ora sconosciuto. Si tratta di prendere la situazione per il verso migliore, ma non sorprende che in queste condizioni molti insegnanti abbiano necessità di un sostegno psicologico, come la mia esperienza testimonia.
Dr. Marco Focchi
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