giovedì 24 novembre 2016

Poca attenzione verso i ragazzi "silenziosi"

Buongiorno dottore,
sono una insegnante della scuola media e vorrei condividere un mio pensiero riguardo ai ragazzi timidi o ansiosi. Faccio questo lavoro solo da un paio di anni e trovo frustrante che all'interno dell'ambiente scolastico si parli solo dei ragazzi "difficili", ovvero quelli che disturbano, che sono iperattivi, aggressivi o addirittura violenti. Mentre non si parla quasi mai di quelli più silenziosi, più timidi o in ansia, perché tanto loro non disturbano e non impediscono dunque lo svolgimento della lezione. Nel mio caso, invece, sono coloro su cui cerco di focalizzare maggiormente l'attenzione, probabilmente perché anche io da piccola facevo parte di quella categoria e so quanto ho sofferto in certi passaggi. Il fatto che ci sia poca attenzione verso i ragazzi "silenziosi" la vivo come una profonda ingiustizia, siccome le (poche) risorse disponibili vengono orientate sui ragazzi che solitamente sono i più "maleducati", o i più "arroganti". E' come dire: più scompiglio crei in società, più la società ti darà attenzione. E in questo caso ti darà una mano. Non ha idea di quante volte sono rimasta allibita tentanto di far notare una certa situazione a dei colleghi, cercando di parlare di un ragazzino o di una ragazzina con dei seri problemi di ansia e introversione, e i miei colleghi non se ne erano neanche accorti! Parlavano solo dell'ultima marachella o dell'ultimo insulto subito dai compagni più aggressivi. Secondo lei è solo una questione di risorse mancanti? O comunque, cosa ne pensa di questo aspetto? Mi scusi se non ho una domanda precisa ma volevo più che altro spezzare una lancia a favore dei ragazzini bravi, educati, altrettanto problematici, ma in qualche modo invisibili. Grazie.

M.C.


>Gentile signora,


lei pone l’attenzione su un aspetto interessante delle problematiche scolastiche: i ragazzini invisibili, come li chiama, che restano sullo sfondo perché non creano disturbo e non creano l’urgenza suscitata dai ragazzini più estroversi.. Se nella scuola non ci si occupa troppo di loro non credo sia semplicemente per un problema di risorse. Ci sono in realtà diverse categorie di ragazzini invisibili: quelli timidi, che non appaiono sulla scena perché schiacciati dai compagni aggressivi, e quelli semplicemente pacati, che non entrano nella mischia perché svolgono discretamente il loro compito non lasciando che il comportamento degli altri interferisca con il loro. Ci sono cioè alcuni ragazzini invisibili indifesi, e altri che sanno schermarsi e proseguire per la loro via. In entrambi i casi, se la loro situazione non interferisce sul rendimento scolastico, gli insegnanti non sono chiamati a intervenire. La timidezza  in quanto tale non è un problema che possa essere affrontato con i mezzi della scuola, indipendentemente dal fatto che ci siano o scarseggino. Naturalmente si può cercare di rendere la situazione meno disagevole, ma non si può andare molto più in là nel gestire un problema psicologico che ha radici profonde e che richiede piuttosto un trattamento psicologico.
Il problema nasce invece quando l’ansia e la timidezza interferiscono con il rendimento, ostacolano il normale procedere dell’apprendimento scolastico. Qui abbiamo allora il segnale di una difficoltà che si manifesta nella scuola ma può diventare un problema poi nella vita. Anche in questo caso non credo tuttavia che la scuola disponga di mezzi per affrontare una difficoltà che ha radici psicologiche profonde. Occorre tutta l’attenzione e il tatto degli insegnanti per proteggere questo ragazzini, senza metterli in serra, ma occorre anche un intervento specialistico di tipo psicologico, che eventualmente coinvolga anche la famiglia.


Un saluto cordiale

dott. Marco Focchi



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