Buongiorno Dott. Focchi,
Sono una ragazza che aiuta i bambini a fare i compiti al doposcuola delle medie.
Mi chiedevo se ci fossero dei modi per aiutare un ragazzo che quando non riesce a finire un esercizio (capita con la matematica) va nel pallone e si blocca, e non fa più nulla fino alla fine del doposcuola.
C’è qualcosa che posso fare oppure posso suggerire ai genitori qualche tipo di percorso?
La ringrazio per l’aiuto.
Le auguro una buona giornata!
Valeria
>Gentile Valeria,
se un ragazzino non riesce a finire un compito, in genere, è perché si distrae, e altri pensieri da quelli di cui deve occuparsi entrano nel suo campo d’attenzione. Si dice allora, di solito, che è un ragazzino distratto. L’attenzione non è tuttavia una dote naturale che si ha o non si ha. Sono stati fatti precisi studi dagli psicologi dell’Università dell’Indiana, negli Stati Uniti, che mostrano come sin dalla primissima infanzia l’atteggiamento partecipe e focalizzato dell’adulto sia in grado di catalizzare l’attenzione del bambino, e quindi di favorirne lo sviluppo. Con un ragazzino delle medie ovviamente molta acqua è passata sotto i ponti, ma questo non significa non si possa intervenire. Per sollecitare la sua attenzione occorre… dedicargli attenzione, accompagnarlo nella realizzazione dei suoi compiti, mostrare il nostro interesse negli argomenti che sta trattando, e anche il nostro interesse per lui. Il legame con l’adulto è la chiave fondamentale per trovare un contatto con le potenzialità di un bambino. Se si sente nel cono illuminato delle nostre cure risponde positivamente, si responsabilizza. Naturalmente si tratta di entrare nell’ordine di idee che la scuola non è solo trasmissione di informazioni, e che la formazione del carattere è la premessa per la costruzione delle capacità che è necessario acquisire.
Un cordiale saluto
Marco Focchi
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