giovedì 26 settembre 2019

Ha iniziato la prima elementare ed è stato un dramma

Buongiorno dott. Focchi,
Mi chiamo A., oggi mio figlio ha iniziato la prima elementare ed è stato un dramma, non voleva lasciarmi e alla fine le maestre sono venute e l’hanno cercato di calmare, portandolo poi in classe.
Premesso che non ha fatto ne il nido ne la materna, ho fatto di tutto per far sì che l’inizio delle elementari non fosse traumatico, gli ho spiegato che è una cosa bella andare a scuola, così studia e impara cose nuove e potrà farsi molti amichetti ed amichette.
Ma oggi quando sono andata a prenderlo mi ha detto che non vuole più andarci, e mi sono sentita per un attimo persa.

Cosa posso fare?
Mi aiuti per favore...

A.


>Cara A.,

naturalmente l’esperienza della materna aiuta molto il bambino a uscire dal guscio famigliare e a relazionarsi con il mondo. Non so perché suo figlio non l’abbia frequentata, e suppongo abbia delle buone ragioni. La fase dell’inserimento saltata alla materna, che prepara il bambino poco a poco al distacco, deve però farsi ora. Le modalità non possono però essere le stesse progressive e con momenti di accompagnamento come nella materna, perché la scuola elementare ha i suoi ritmi e le sue esigenze. 
Le consiglierei di parlare con le maestre, far presente la situazione del bambino e cercare in loro una sponda che possa attenuare il senso di separazione che il bambino ora vive in modo inevitabilmente più traumatico, perché meno graduale. Faccia sentire anche al bambino la sua vicinanza con le maestre, si faccia vedere insieme a loro, in modo da aiutarlo a trasferire anche su di loro il senso d’appoggio che trova in lei. Per il resto le occorrerà solo pazienza, e la capacità di non mostrare sconforto al bambino se le cose non partono subito. Sono tuttavia sicuro che, creando un ponte tra lei e le maestre in breve tempo vedrà il bambino in grado di accettare figure nuove, ratificate dalla figura fondamentale di attaccamento che è lei, e potrà superare una difficoltà che ora le appare probabilmente più grande di quando non sia.

Un saluto

Marco Focchi  

giovedì 19 settembre 2019

Turbato dall’arrivo della nuova sorellina

Buongiorno Dott. Focchi, 
sono la mamma di C., le scrivo perché mio figlio è troppo turbato dall’arrivo della nuova sorellina, G.
Questa (speravo dolce) notizia ha inficiato anche il suo rendimento a scuola: è diventato irrequieto e una volta sono stata convocata perché aveva spintonato un suo compagno facendolo cadere perché gli aveva preso l’astuccio. Per fortuna l’altro ragazzo non si è fatto nulla di grave. Le maestre mi hanno detto che effettivamente l'evento in questione potrebbe essere collegato a questa "paura del nuovo”, credo dovuta al fatto che possa sentire in qualche modo di poter essere sostituito nel mio cuore, cosa di cui l’ho già rassicurato, per cui è diventato molto più possessivo del normale, anche nei confronti degli oggetti. 
Speravo passasse ma invece sta solo peggiorando, addirittura la notte: pianti, urla, capricci! Mi vuole sempre con se. Il problema è che sono anche molto stanca, sono all’ottavo mese. Non posso continuare così!
Capisco che l’arrivo di un nuovo membro della famiglia possa all’inizio destabilizzare, ma mi sento impotente.. cosa posso fare per lui?
Spero tanto che vedere G. lo addolcirà. 
Lo spero tanto. 

La ringrazio
Marta.



>Gentile Marta,

nella consulenza psicologica alle scuole ho visto molto spesso situazioni in cui la nascita di un fratellino o di una sorellina aveva come contraccolpo sintomi che si manifestavano nel contesto scolastico: cali di rendimento difficoltà nei rapporti con i compagni, problemi di comportamento. Per C. di tratta evidentemente di qualcosa di analogo. Quel che in famiglia si può fare è rassicurarlo, aiutarlo a integrare la nuova presenza che ci sarà, fargli sentire la continuità d’affetto che lo lega ai genitori, stemperare le gelosie nascenti. Spesso però tutto questo non basta, perché il bambino sente comunque minacciata la propria posizione di unicità, e con questa sente destabilizzarsi le basi stesse della sua esistenza. Se quindi lei sente di aver già messo in atto tutto quel che poteva per aiutarlo ad affrontare il nuovo frangente e lei stessa, da quel che capisco, è presa da un senso di esasperazione, è importante allora che sia piuttosto lei ad avere un sostegno psicologico, che le permetta di ritrovare la tranquillità necessaria per tenere nella situazione di stress in cui si trova. Questo avrà senz’altro una ricaduta positiva anche su suo figlio. A volte siamo noi adulti ad avere ansie che non percepiamo chiaramente e che si riflettono a specchio sui nostri figli, e il disagio dei figli è un segnale che dobbiamo in questi casi cogliere per aiutare loro aiutando noi.

Un cordiale saluto

dott. Marco Focchi