sabato 25 gennaio 2020

Come fanno i ragazzi di oggi a trasgredire?

Caro dott. Focchi,

mio figlio frequenta la prima media, ha quasi 12 anni. Oggi ridendo mi ha "confessato" che con altri suoi compagni di classe stanno cercando di inventarsi un modo per marinare scuola: hanno (come tutti, ormai, credo) il registro elettronico, pertanto una eventuale assenza sarebbe subito rilevata dai genitori... immaginano di hackerare il sito, modificare password, etc. Mi sono dovuta chiedere: come fanno i ragazzi di oggi a trasgredire in modo relativamente semplice, come accadeva una volta? Avergli sottratto questi spazi, mettendo un po' tutto sotto controllo, non è controproducente? E come possiamo noi genitori "aiutarli" senza partecipare, dato che il nostro ruolo non può essere - in questo caso - quello dei compagni di una avventura, la trasgressione, che dovrebbero poter vivere da soli? Mi preoccupa anche il fatto che cercare di inibire ogni trasgressione sposti l'asticella sempre più in là, portandoli a inseguire modi più pericolosi (mi sovviene ora la questione di attraversare la strada senza guardare, o mettersi sui binari del treno, etc). Che ne pensa? Come potremmo noi genitori aggirare questo ostacolo del controllo totale?

Grazie, un caro saluto,
E.



>Gentile E.,

dice bene quando afferma che stiamo mettendo tutto sotto controllo. È la logica che si sta sviluppando e che riempie tutti gli spazi, anche se in realtà non potrà mai riempirli davvero tutti, perché, suo figlio glie lo mostra, ci si ingegna per trovare le crepe del sistema.

Illudendoci di controllare tutto ci immaginiamo di controllare alche l’interiorità delle persone, ma il punto è proprio questo: tutta la potenza degli algoritmi si schianta contro la necessità, nell’intimo, di avere un consenso. L’algoritmo non lo cerca, si impone, e non resta più nessuno spazio per una cosa importantissima: la fiducia.

Se non riusciamo a dare fiducia ai nostri figli, non li educhiamo alla fiducia, che è il fattore più importante nella costruzione delle relazioni, e li stimoliamo all'inganno. Si potrà obiettare: dando fiducia si rischia di venire traditi. È vero, ma non è meglio essere traditi che essere seguiti per costrizione? La fiducia tradita dà spazio per parlare, l’errore aiuta ad educare. Una società che cresce senza la fiducia negli altri si costruisce senza fiducia in se stessa. Le società del controllo e della sorveglianza non sono luoghi in cui crescono l’intelligenza, la creatività e la bellezza, e questi sono beni senz'altro più irrinunciabili dei conteggi sul PIL
Un cordiale saluto

Marco Focchi

giovedì 16 gennaio 2020

Dovrebbe scegliere la scuola superiore e non ha idea di dove vorrebbe andare

Gentile dott. Focchi,
sono L., sono un po’ preoccupato perché in questi giorni mia figlia dovrebbe scegliere la scuola superiore e non ha idea di dove vorrebbe andare.

Fortunatamente è brava abbastanza in tutte le materie, ma non ha qualcosa che sente “suo”.
È giusto secondo Lei indirizzarla verso un Liceo, rimandando la decisione di cosa fare nella vita con l’università?
Con l’approfondirsi degli studi magari riuscirà ad avere le idee più chiare! Almeno, questo è quello che mi dico io…

Lei come la pensa?

La ringrazio.

L.


>Gentile L.,

a volte ai ragazzi sembra di non sapere bene cosa desiderano fare perché, in un certo senso, “non si conoscono”. È tuttavia possibile aiutarli. Lei, che ha vissuto con sua figlia, avrà notato qualche particolare inclinazione, qualche svago preferito, qualche lettura, qualche spettacolo seguito con maggior fervore di altri. Sono piccoli indizi, ma servono. Se lei riesce a farli emergere e a parlarne con sua figlia, il dialogo può aiutarla a vedere in se stessa quel che da sola non riesce a vedere. Non si tratta di indirizzarla, meno ancora di imporle una via, semplicemente di essere “maieutici”, come direbbe Socrate, di farle partorire il segreto della sua mente ignoto a lei stessa.

Marco Focchi